Cos'è il Parent training?
- Admin
- 9 giu 2021
- Tempo di lettura: 2 min
Il parent training fa riferimento ad una serie di interventi psicologici per genitori ai cui bambini sono stati diagnosticati alcuni disturbi mentali e comportamentali.
Il Parent Training nasce alla fine degli anni ’60 come modello di intervento nei casi di disturbi del comportamento infantile, ma è nell’ultimo decennio che ha conquistato un ruolo essenziale nel lavoro con i minori e che fonda le sue basi teoriche nella psicoterapia cognitivo-comportamentale (Briesmeister e Schaefer, 2007).
Grazie a questi percorsi di formazione e supporto per i genitori, si possono ottenere dei miglioramenti significativi in presenza di bambini/ragazzi con ADHD (disturbo da deficit di attenzione e iperattività) e con disturbo oppositivo provocatorio.
È possibile aspettarsi cambiamenti positivi anche con il parent training per famiglie con bambini/ragazzi con autismo o altre problematiche comportamentali o psicologiche, come i disturbi d’ansia o i disturbi alimentari. Tali interventi insegnano ai genitori a generare un cambiamento attraverso l’acquisizione di strategie comportamentali, l’applicazione dei principi dell’apprendimento sociale e del condizionamento operante, lo sviluppo di abilità di monitoraggio genitoriale e la corretta applicazione di rinforzi e conseguenze naturali per i comportamenti dei figli (Briesmeister, & Schaefer, 2007).

Gli incontri di PT sono condotti da uno psicologo o da uno psicoterapeuta che, partendo dall’esperienza concreta e da episodi della vita quotidiana che riguardano il bambino, fornisce strumenti operativi per aiutare i genitori a osservare i meccanismi che rinforzano le abitudini alla base dei comportamenti non adeguati del bambino, per poi proporre strategie per modificarli e verificare che tali strategie siano adatte e siano state efficaci a modificare i comportamenti presi in esame. L’osservazione dei genitori, definita in gergo tecnico «analisi funzionale dei comportamenti problema», è un elemento cruciale del PT poiché permette di analizzare ciò che accade prima, durante e dopo un comportamento non adeguato del bambino. All’osservazione segue l’acquisizione delle strategie per modificare le modalità di risposta, con alcune tecniche come le ricompense, le gratificazioni e i premi (rinforzi positivi), per incrementare i comportamenti desiderati, o come la perdita di privilegi (costo della risposta), per ridurre i comportamenti negativi. I genitori si accorderanno quindi con il bambino su alcune regole rispetto ai comportamenti presi in esame, che saranno formulate in maniera chiara e in forma affermativa, tenendo conto dell’età del bambino. Ogni qual volta il bambino rispetterà le regole potrà sperimentarne gli effetti positivi poiché otterrà le ricompense concordate in precedenza. Lavorando su questi aspetti, i genitori si alleneranno a ignorare i comportamenti negativi e provocatori, a rinforzare i comportamenti positivi, realizzando così una comunicazione efficace caratterizzata da comandi diretti, chiari e semplici. La risposta dei genitori coerente e abituale aiuta infatti il bambino a comprendere quali siano i comportamenti richiesti e quelli non opportuni, insegnandogli ad autoregolarsi, ad agire positivamente e ad acquisire sicurezza in se stesso.
Dott.ssa Flavia Di Caro
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